Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno sferrato un attacco nella notte contro il regime di Assad, in Siria.
Lo ha annunciato il presidente Donald Trump in un discorso alla Nazionale mentre l’operazione andava in corso, affermando di avere ordinato attacchi di precisione su obiettivi associati ad armi chimiche.
Nell’operazione bellica sono stati usati velivoli e navi statunitensi, come riferito dal Pentagono.
Colpiti tre obiettivi strategici a Damasco e Homs: infrastrutture, siti di stoccaggio e produzione di agenti chimici. Sono stati lanciati tra i 120 e i 120 missili da crociera Tomhawk.
Secondo fondi siriane ci sarebbero stati tre civili feriti a Homs e sei soldati USA.
Fonti dell’amministrazione Trump hanno, inoltre, affermato che “quella che avete visto stanotte non è la fine della risposta degli Stati Uniti“. Quindi, ci dovrebbero essere “ulteriori bombardamenti sulla base di quello che è stato colpito stanotte“.
Fonti di Damasco, inoltre, sostengono che contro la Siria “sono stati lanciati circa 30 missili, un terzo dei quali sono stati abbattuti“.
LA REAZIONE DELLA RUSSA
“Quelli dietro il raid rivendicano la leadership morale nel mondo e sbandierano la loro esclusività e unicità” ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova, aggiungendo che “bisogna essere davvero eccezionali per colpire la capitale della Siria proprio nel momento in cui si è aperta una possibilità di avere un futuro pacifico“. In più, il ministero ha affermato che si è trattato di “una violazione del diritto internazionale e un attacco alla sovranità siriana“. Nessuno dei missili USA e degli alleati, comunque, è entrato nelle zone anti-aeree russe.
Il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, è stato costantemente informato questa notte degli sviluppi degli attacchi militari in Siria, mantenendosi in contatto con i ministri Esteri e Difesa e con i vertici militari. Nelle prossime ore è prevista una dichiarazione.
Infine, sostegno all’attacco è stato dato dall’ONU e dal Canada.