Un uomo di 50 anni è stato arrestato a Roma dai poliziotti del commissariato Colombo con l’accusa di violenza sessuale aggravata su minore per aver abusato ripetutamente della nipote di soli 13 anni.
Le molestie sessuali sarebbero partite due anni prima, quando la piccola aveva solo 11 anni.
Secondo quanto si è appreso, le violenze sarebbero avvenute all’interno dell’abitazione nella quale l’adolescente viveva con la mamma, lo zio autore delle violenze e sua moglie.
L’arresto del 50enne è avvenuto il 2 dicembre scorso, a seguito della segnalazione da parte della scuola della 13enne che si comportava in modo anomalo.
Nei giorni precedenti all’arresto, infatti, la ragazzina al termine delle lezioni, si era rifiutata di uscire da scuola perché sapeva che lo zio era venuta a prenderla. Dopo l’arresto, su disposizione del gip di Roma Emanuela Attura, il 50enne è stato rinchiuso nel carcere di Civitavecchia.
La bambina, raggiunta dai poliziotti e da una psicologa, ha iniziato a raccontare l’incubo in cui era caduta negli ultimi due anni. L’uomo era spesso deputato ad accompagnare la cognata – madre della vittima – alla stazione ferroviaria per recarsi al lavoro e poi a portare la nipote a scuola. Ed è proprio durante questi tragitti che spesso avvenivano le molestie.
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Le violenze vere e proprie invece, sarebbero state consumate in casa, in bagno o in altre stanze dell’abitazione, al riparo dagli occhi degli altri componenti familiari. Atti sessuali che, secondo quanto ricostruito, l’uomo avrebbe pian piano ‘insegnato’ alla giovane. Le violenze avvenivano con cadenza quasi quotidiana, spesso di sera, e molte volte, secondo quanto raccontato dalla giovane vittima, l’uomo filmava e fotografava la 13enne o la costringeva a sua volta a fotografarsi o a filmarsi con il proprio telefonino.
Violenze sessuali iniziate in cambio di banconote da 20 euro e di capi di abbigliamento di poco valore che il 50enne donava alla nipote. Tutto doveva rimanere un ‘loro segreto’, altrimenti la loro ‘amicizia si sarebbe interrotta’, fino ad alcuni giorni fa, quando l’innocenza ha lasciato il posto alla paura.
La giovane vittima e la madre sono state subito trasportate in luogo protetto, mentre l’uomo, per cui sono scattate le manette ai polsi, è stato portato in carcere. Al vaglio degli investigatori il contenuto dello smartphone dell’orco.
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