Il SARS-CoV-2 non è un patogeno naturale, ma un virus artificiale creato in un laboratorio di massima sicurezza di Wuhan. A rilasciare queste dichiarazioni al quotidiano La Verità è stata la virologa Li-Meng Yan.
Scienziata cinese fuggita negli USA, è la prima firmataria del cosiddetto Rapporto Yan, un paper scientifico sul SARS-CoV-2 nel quale si sottolinea che il virus sarebbe stato creato in laboratorio con lo scopo di dare vita a un patogeno letale senza dare la possibilità di risalire agli artefici della sua creazione.
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Le sue ricerche iniziate alla fine del 2019
La virologa ha affermato di aver iniziato le sue ricerche alla fine del 2019, pochi giorni prima che le autorità cinesi ufficializzassero il primo caso di Coronavirus che, come sottolineato dalla dottoressa, risalirebbe al 16 novembre 2019.
La Meng Yan, che si trova attualmente sotto la protezione del Governo USA, ha dichiarato di aver studiato il genoma del SARS-CoV-2 e di aver scoperto che il corredo genetico del virus non esiste in natura.
A suo dire, il nuovo Coronavirus avrebbe delle forti similitudini con un virus noto come Zc45/Zxc21, isolato 8 anni fa e attualmente in possesso di un laboratorio militare. A suo dire, il virus appena ricordato sarebbe stato modificato con lo scopo di crearne uno che potesse sembrare nuovo.
L’esperta si è soffermata anche sulla proteina Spike, sottolineando che esiste solamente in un sito di taglio per la furina che non si trova in tutti gli altri Coronavirus conosciuti dall’uomo e di comprovata origine naturale.
Ha inoltre sottolineato che non è affatto un caso che la regione Rbm del SARS-CoV-2 sia stata modificata dalla Dottoressa Zhengli Shi, professionista che, fino al 2008, ha lavorato a Wuhan con le stesse tecniche utilizzate per creare il SARS-CoV-2.
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