“L’ex ministro Trenta si è giustificata sull’affaire della casa che ha mantenuto dopo aver cessato il suo incarico dicendo che da ministro non poteva vivere al Pigneto perché non è un quartiere adatto, è una zona di spaccio pericolosa e senza vie di uscite. Se la Trenta era consapevole che nel quartiere ci fosse spaccio di droga perché non ha fatto nulla essendo ministro della difesa?”.
Così Vladimir Luxuria che da trent’anni abita in quel quartiere di Roma.
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«Quando ho avuto un problema legato allo spaccio sotto casa l’ho denunciato, mettendoci la faccia, correndo rischi collegati e senza scorta – ha aggiunto l’ex deputata -. Vivo al Pigneto dal 1988 e anche quando sono stata parlamentare, dal 2006 al 2008, non l’ho abbandonato. Ho ricevuto giornalisti da tutto il mondo e personaggi celebri, che sono sempre usciti indenni da qui. Sinceramente giustificarsi in questo modo gettando fango su un quartiere è imbarazzante, goffo e inopportuno soprattutto per chi si è sempre dichiarato dalla parte del popolo. Forse i parlamentari dovrebbero frequentare di più le zone popolari per capire meglio le esigenze della gente e non tenersi lontani dalle periferie. Soprattutto il Pigneto è diventato un quartiere vivibile pieno di locali e vita».
Questa polemica rientra nella vicenda che riguarda Elisabetta Trenta, al centro di vivaci polemiche per un appartamento assegnatole quando era membro del governo e ora ‘trasferito’ al marito ufficiale dell’Esercito.
Le accuse provengono da sinistra, destra e anche dal MoVimento 5 Stelle.
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