Non è stata sicuramente una esistenza facile e felice quella di Whitney Houston. A dispetto del grande successo musicale, la sua vita privata è stata costellata di piccoli e grandi drammi. Dopo le storie del matrimonio turbolento con il rapper Bobby Brown e dell’abuso di droghe, oggi la biografia della sfortunata artista si arricchisce di un doloroso nuovo capitolo.
La rivelazione shock arriva direttamente da Cannes, dal docu-film ‘Whitney’ diretto dal regista scozzese Kevin McDonald e presentato al Festival fuori concorso.
La Houston, da bambina, sarebbe stata abusata sessualmente dalla cugina Dee-Dee, sorella della famosa Dionne Warwick.
A sganciare la bomba nella pellicola è stato il fratellastro della cantante, l’ex giocatore di basket NBA Gary Garland che ha rivelato che sia lui che la sorella sono stati abusati dalla cugina quando erano ancora bambini. Dramma ribadito da Mary Jones, l’assistente della Houston, alla quale l’artista aveva confidato questa triste pagina della sua infanzia.
Uno shock per il pubblico in sala a Cannes e per i fan dell’indimenticata cantante annegata accidentalmente in una vasca da bagno di un hotel a Beverly Hills l’11 febbraio del 2012 in seguito a un’eccessiva assunzione di droghe e a una insufficienza cardiaca.
Una conferma per il regista che da anni sospettava l’abuso.
“C’era qualcosa di molto disturbato in lei – ha dichiarato in una intervista a ‘Vanity Fair’ – come se non si sentisse mai a proprio agio nei suoi panni. Sembrava asessuata. Era una donna bellissima, ma non era mai particolarmente sexy. Ho visto e fatto delle riprese con persone che avevano subito abusi sessuali durante l’infanzia e c’era qualcosa nel suo modo di fare che mi ricordava quel tipo di comportamento. Poco dopo averlo pensato, qualcuno mi ha detto di essere stato informato che Whitney era stata vittima di abusi e questo credo sia uno dei motivi principali che stanno dietro la sua auto-tortura“.